Trama:
Lui non l’ha mai dimenticata, lei non l’ha mai perdonato e ora si stanno addentrando in un territorio pericoloso...
Dylan
Sono il principe ereditario di Villroy, ma invece, di aspirare al trono come avrei dovuto, mio padre ci ha fatto esiliare tutti. Potrei lamentarmi, ma aveva un buon motivo. Adesso la mia ex-famiglia reale vive a Brooklyn e io sto per ereditare un nuovo regno: l’impresa di costruzioni di mio zio. È l’occasione perfetta per costruire il mio impero immobiliare e farmi un nome. Tutto ciò di cui ho bisogno è una persona esperta che mi aiuti a fare il passo in avanti che serve. E si fa viva la ragazza che è cresciuta alla porta accanto (una donna adesso, e che donna!), con esattamente l’esperienza di cui ho bisogno.
Peccato che Ariana Bianchi mi detesti. Una volta pensavo di non meritarmelo, che fosse una conseguenza dell’antica faida tra le nostre famiglie, ma c’era stata quella volta...
Ariana
Ho appena divorziato e vivo a casa dei miei genitori cercando di rimettere in pista la mia vita, con lo scopo ultimo di avere un bambino con l’aiuto di una banca del seme. È il motivo del mio divorzio: lui non voleva figli e a trentun anni il mio orologio biologico sta ticchettando. Quindi, quando Dylan Rourke, un vero porco ma al contempo un uomo stupendo, si presenta a casa dei miei genitori e mi chiede di lavorare come consulente per la sua ditta, vedo un’opportunità. Vuole qualcosa da me? Sì, bene, anch’io voglio qualcosa in cambio.
Solo che Dylan rende tutto molto più complicato di quanto dovrebbe essere.
Commedia romantica standalone con un lieto fine da svenire. Nessun cliffhanger.
Estratto:
Dylan
Come diavolo sono finito qui? Indosso uno smoking a noleggio in un fottuto salone da ballo sull’isola di Villroy per il matrimonio del principe Adrian. Io, Dylan Rourke, un operaio edile di Brooklyn, New York... in un salone da ballo.
L’intero palazzo è un monumento alla ricchezza e allo status sociale. Tutta la gente che c’è sembra altrettanto scintillante, indossa roba firmata, dalla testa ai piedi. I gioielli, dalle tiare, alle collane, ai braccialetti e agli anelli, luccicano alla luce dei lampadari.
«Avremmo dovuto indossare i nostri gioielli per questa gente» borbotta Sean sottovoce. È mio fratello, di due anni più giovane e siamo molto uniti.
Nascondo un sorriso e dico sottovoce: «Collane d’oro con il simbolo del dollaro ci avrebbero fatto ambientare immediatamente»
Vi ispira? Fatemi sapere qui sotto!
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